Trattamento Varicocele

L’embolizzazione del Varicocele Pelvico Femminile

L’embolizzazione non solo è una tecnica estremamente indicata per il varicocele pelvico femminile ma è ormai universalmente riconosciuta come la tecnica di scelta permettendo questa nella stragrande maggioranza delle pazienti di risolvere completamente la sintomatologia.

Inoltre si esegue in day hospital (senza ricovero quindi) ed è completamente indolore. La malattia, poi, generalmente non si ripresenta più dopo embolizzazione.

Con l’embolizzazione il varicocele può essere trattato con una semplice anestesia locale senza né tagli né bisturi ma mediante la sola introduzione di una sondina (o catetere) in vena delle dimensioni poco più grandi della punta di una matita (2,5 millimetri circa).  

A seconda quindi dei casi il catetere potrà essere inserito nella vena femorale all’inguine o a livello del braccio mediante una semplice puntura utilizzando un ago delle dimensioni di quelli che si usano per un semplice prelievo ematico; da qui il catetere viene rapidamente veicolato all’interno delle due vene ovariche (la manovra richiede generalmente pochi minuti) facendolo navigare all’interno dell’albero vascolare venoso. Una volta giunti all’interno della prima vena ovarica si inietta il mezzo di contrasto per visualizzare bene l’entità del varicocele e le sue eventuali vie di drenaggio. 

A questo punto si procede all’iniezione di materiale sclerosante ( si utilizza una mixtura di atossisclerolo al 3% e aria per ottenere una sorta di mousse o schiuma) che andrà  a sclerotizzare le pareti venose provocando quindi una vera e propria occlusione delle vene.  In questo modo le dilatazioni venose tipiche della malattia da congestione pelvica cominceranno immediatamente a ridursi fino a tornare volumi e dimensioni normali.  Possono essere anche utilizzate particelle embolizzanti metalliche ( chiamate spirali o coils) in modo da poter ottenere , in determinati casi, un occlusione ancora più definitiva. ( Fig.4). 

La manovra viene poi ripetuta anche nella vena ovarica controlaterale in caso ci si trovi difronte ad un varicocele bilaterale. In qualche caso può essere richiesta  l’embolizzazione di un solo lato ( generalmente il sinistro) per ottenere la totale cessazione dei sintomi e la guarigione dalla malattia. 

Tuttavia è utile sottolineare che in caso di varicoceli molto estesi e bilaterali un’unica seduta potrebbe non rivelarsi del tutto sufficiente per trattare completamente e definitivamente la patologia.  In questi casi il paziente riferisce dopo la prima seduta operatoria un netto miglioramento della sintomatologia correlata al varicocele ma nel tempo ( entro circa un anno dalla prima procedura) è consigliabile si sottoponga ad un ulteriore seduta di embolizzazione. 

Va comunque detto che una volta avuta la prima esperienza di embolizzazione la paziente non ha mai difficoltà o timori nel sottoporsi ad una seconda seduta proprio perché ha potuto sperimentare quanto questa procedura sia indolore, non comporti disagi o restrizioni nei giorni successivi e come sia agevole e ben sopportabile sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico.  Il post operatorio, infatti, non comporta stress per la paziente ed il ritorno a tutte le attività, compresa quella lavorativa , è rapidissima. 

Nella nostra esperienza la stragrande maggioranza dei casi sono stati trattati con successo e definitivamente in una singola seduta.  E’ altresì molto importante sottolineare che i risultati sono direttamente correlati con l’esperienza del centro e dell’operatore che la esegue ragion per cui è fondamentale affidarsi a centri di comprovata esperienza non solo nell’esecuzione della tecnica  di embolizzazione in generale ma che abbiano specificatamente anche una importante casistica nell’embolizzazione del varicocele femminile. Per quanto riguarda il periodo di degenza generalmente la paziente entra la mattina in clinica per essere dimessa il giorno stesso a al massimo dopo una sola notte di ricovero e, come già sottolineato senza alcun taglio o cicatrice residua. 

A domicilio verrà  semplicemente istituita una terapia antibiotica per os di profilassi per qualche giorno. Dopo l’embolizzazione la malattia mostra una percentuale di recidiva (cioè la percentuale con cui può ripresentarsi negli anni) molto limitata ed estremamente minore della chirurgia che utilizza la legatura della vene pelviche e, soprattutto, il bisturi. 

E’ fondamentale sottolineare che l’asportazione dell’utero ( e a volte anche delle ovaie) spesso proposta alla paziente da parte di alcuni specialisti è molto difficilmente risolutiva ma anzi, in diversi casi, ha comportato un serio aggravamento dei sintomi ed andrebbe evitata.  

Pertanto è di fondamentale importanza ribadire il concetto che ad oggi l’unico vero trattamento efficace e riconosciuto dalla letteratura scientifica internazionale per il trattamento della congestione pelvica è il trattamento diembolizzazione. 

Purtroppo il ginecologo, che è il principale attore nelle prime fasi, in particolare durante la diagnosi ed inquadramento del varicocele, non eseguendo mai l’intervento di embolizzazione ( perché troppo avulso dalla sua preparazione che non è endovascolare ma chirurgica)  non sempre invia la paziente al radiologo interventista e ciò comporta forti rallentamenti per la paziente nel trovare la soluzione consona alla risoluzione della sua malattia. 

Sono sempre di più tuttavia i medici, ginecologi e non, che consapevoli degli ottimi risultati che possono essere raggiunti con l’embolizzazione indirizzano correttamente le pazienti verso questo importante ed efficace trattamento. Come spiegano gli esperti, la diagnosi e la cura del varicocele femminile sono molto importanti e non vanno trascurate in quanto la stasi venosa potrebbe causare la formazione di numerose cisti ovariche e l’acutizzazione del dolore.

 

Pro e contro dell’embolizzazione varicocele femminile

I punti a favore dell’embolizzazione sono:
• Semplice anestesia locale alla piega del gomito a all’inguine
• Dimissione dopo 2 -4 ore
• Complicanze molto rare
• Tempi di intervento da 15 a 45 minuti in media
• Completamente indolore
• Possibilità di trattare anche il varicocele contro laterale, se necessario.
• Ritorno all’attività sportiva dopo 72 ore.

Viceversa, i punti contro sono:
• Utilizzo di raggi X ( dosi molto basse e non significative se operatore esperto)
• Allergia al mezzo di contrasto ( rara)
• Presenza di forame ovale pervio cardiaco
• Operatore dipendente ( necessita di radiologo interventista esperto nel campo)

Guarda i video riguardo al Varicocele Femminile

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